Intervista all’Associazione Sindacale Saese
1. Nel contesto attuale, cosa sta accadendo nelle scuole?
Risposta: Attualmente nelle scuole si respira un clima da caserma. Sono tempi duri per il personale scolastico che potremmo definire “contrastivo”, per esempio per il personale docente e ATA. Quando il dipendente ha un comportamento appunto “contrastivo”, viene considerato come un elemento di disturbo nel buon andamento della Pubblica Amministrazione, questo solo perché pretende il rispetto delle regole sul proprio posto di lavoro. Insomma, questi lavoratori integerrimi sono considerati come dei dipendenti che creano solo fastidi.
In questo momento qualsiasi comportamento messo in atto del dipendente può essere considerando dai Presidi, oggi Dirigenti Scolastici, come una vera e propria insubordinazione. In poche parole, quando il docente risponde al Dirigente Scolastico dovrebbe dire metaforicamente “Signor Si”, come succede nelle caserme e non in un luogo di cultura come lo è la scuola pubblica o privata. Dunque, per evitare problemi sul posto di lavoro al dipendente conviene essere solamente uno “Yes man”.
Allo stesso tempo, gli studenti indisciplinati non ricevono provvedimenti disciplinari onde evitare la perdita di iscritti. Questo comportamento dei Dirigenti Scolastici può essere assolutamente considerato come vigliacco, forti con i dipendenti ma deboli con l’utenza, ovvero con alunni e genitori. Quindi possiamo dire che, al giorno d’oggi e a tutti gli effetti, l’autonomia scolastica è diventata un SPA, mentre la scuola deve essere statale.
2. Quali sono gli strumenti adottati dal Saese per arginare il problema?
Risposta: Il Saese è l’unico sindacato che ha indetto tre scioperi di 24 ore per ottenere la promulgazione di una legge anti-mobbing a tutela di tutto il personale scolastico. Gli scioperi sono necessari in quanto il problema principale per il personale docente e il personale ATA è proprio questo: nel comparto scuola non esiste una legge antimobbing a tutela del lavoratore.
Non è questo il momento di spiegare fenomeni complessi come il Mobbing o il Bossing scolastico, tuttavia quello che chiediamo è che, di fronte a casi di discriminazione di qualsiasi natura giuridica che avvengano sul posto di lavoro, l’onere della prova spetti al Datore di lavoro e non al lavoratore. Per questo, consigliamo sempre ai docenti e al personale ATA che si trova con le spalle al muro di tutelarsi in sede penale in modo da costringere i Dirigenti scolastici ad avvalersi di un avvocato privatamente, questo perché in sede civile vengono difesi dall’Avvocatura dello Stato.
È per questo che realizziamo assemblee sindacali nelle scuole di tutta Italia, invitando tutto il personale scolastico fuori dall’orario di servizio, con l’obbiettivo di portare informazioni in linea generale sui loro diritti. Inoltre, ai nostri tesserati offriamo consulenze su problematiche precise e non sui problemi di carattere generale, come invece avviene nelle assemblee nazionali che indiciamo. Oltre alla consulenza offriamo anche assistenza, quindi interveniamo direttamente sul posto di lavoro per tutelare l’iscritto o l’iscritta, cercando di risolvere la situazione seguendo per le “vie brevi” e, se necessario, tuteliamo il lavoratore anche in via amministrativa.