Fruits Basket: riassunto e recensione del 18° episodio
Il remake della serie di Fruits Basket continua con un nuovo ed attesissimo episodio che presenta un nuovissimo personaggio, la Tigre dello zodiaco cinese!
Riassunto
Yuki e Tohru incontrano per caso Hatsuharu, fradicio per colpa della pioggia, dicendo che cercava qualcuno. Scoprendo il velo che aveva fra le braccia mostra un cucciolo di tigre, che Honda immagina sia un gatto, ma che poi deduce che è uno degli animali dello zodiaco. La tigre, Kisa Sohma, è una bambina dai capelli biondi e piuttosto problematica, scappata di casa e che Haru stava cercando. Tornati a casa, Kisa scappa di nuovo. Tohru si alza per andare a cercarla, e in quel momento Haru ammette che Kisa gli ricorda molto Yuki, quando si isolò da gli altri. Anche Yuki si rispecchia molto nella faccenda, tanto da sentirsi più al sicuro quando Tohru, dopo aver trovato Kisa, le dice tutto ciò che lui avrebbe voluto sentirsi dire in quegli anni. Anche il motivo per cui Kisa è scappata di casa, viene svelato: dopo essere stata presa in giro dai suoi compagni di classe per il colore degli occhi e dei capelli (quel genere di colore è invece normale nei Sohma), è stata anche più volte schernita, tanto da non andare a scuola per molto tempo. Kisa è stata ospite a casa Sohma per tre giorni, cominciando a seguire Tohru ovunque vada senza spiccicare parola. Un giorno, la piccola riceve una lettera dal suo tutor, letta da Haru e poi da Yuki, e sentendo le parole di quest’ultimo ella si decide a tornare a scuola. Anche Yuki decide di diventare più forte, partendo dall’accettare la proposta fatta dal Rappresentante del Consiglio Studentesco e candidarsi come rappresentante.
Quest’episodio, oltre a presentarci il personaggio della tigre, ci ha mostrato un lato di Yuki ancora sconosciuto. Nei precedenti episodi abbiamo visto che, in passato, è stato psicologicamente torturato da Akito e nessuno ha fatto nulla, cosa di cui si pentiva infatti suo fratello. Ma non sapevamo ancora come, successivamente, abbia affrontato la cosa, e che in verità doveva ancora metabolizzarla.
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